Le cause della vaginite

Vaginite è un termine generico che si applica ad una condizione infiammatoria a carico della vagina che si può manifestare con secrezioni biancastre, talvolta associate a cattivo odore, prurito, bruciore ed infiammazione delle mucose. Fattore predisponente è un’alterazione del ph vaginale che riduce l’equilibrio dei batteri presenti, rendendo più facile l’insulto da parte di germi patogeni come batteri, funghi e protozoi. Altre cause frequenti della vaginite sono le alterazioni ormonali tipiche della menopausa e l’utilizzo di prodotti irritanti.

Cause della vaginite

Come riporta il sito http://vaginite.eu, a seconda delle cause, la vaginite si distingue in più varianti:

  1. Vaginite batterica Una delle principali cause di infiammazione vaginale è la vaginite batterica dovuta ad un’alterazione della flora batterica che, in condizioni fisiologiche normali, popola l’ecosistema vaginale. Essa è caratterizzata da uno squilibrio a favore dei batteri “cattivi” su quelli “buoni”, principalmente lactobacilli di Doderlein, deputati a mantenere l’ambiente vaginale leggermente acido. In basse concentrazioni, i batteri cattivi sono del tutto innocui, ma quando l’equilibrio si spezza, i microrganismi patogeni proliferano in maniera eccessiva, dando luogo ad infezioni. I batteri principalmente coinvolti in questa variante di vaginite sono di solito i generi Gardnerella vaginalis, Prevotella spp e Mycoplasma hominis. Il sintomo principale consiste in perdite vaginali lattiginose di colore grigiastro con un odore paragonabile a quello del pesce avariato; sono invece quasi del tutto assenti sintomi come prurito e bruciore. Le cause all’origine dell’alterazione microbiologica non sono ancora del tutto chiare, ma tra i fattori di rischio più significativi si segnalano frequenti rapporti sessuali, l’uso eccessivo di lavande, l’uso della spirale, l’assunzione di antibiotici ed anche una predisposizione genetica.
  2. Vaginite da funghi La vaginite da funghi si presenta in seguito a cambiamenti dell’equilibrio vaginale dovuti, ad esempio, all’uso di antibiotici. Nel 95% dei casi il responsabile della vaginite fungina è la Candida Albicans. Questo lievito, che colonizza le mucose orali e vaginali già dopo la nascita, quando si trova sotto forma di spora è innocuo, ma, a seguito di una diminuzione delle difese dell’ospite o di circostanze che favoriscono la sua replicazione, scatena un’infezione caratterizzata da sintomi molto fastidiosi. L’infezione da Candida provoca perdite vaginali biancastre, granulari e consistenti, simili a ricotta, accompagnate a sintomi infiammatori quali prurito, bruciore e arrossamento.
    I principali fattori di rischio della vaginite da Candida sono lo stress, l’alimentazione, un uso eccessivo di lavande vaginali, l’assunzione della pillola anticoncezionale, di antibiotici o di farmaci corticosteroidei, la menopausa, l’hiv e il diabete mellito.
  3. Vaginite da parassiti Il microrganismo responsabile della vaginite parassitaria è un protozoo flagellato chiamato Trichomonas vaginalis. La principale via di trasmissione è quella sessuale: il protozoo infetta generalmente il tratto urinario maschile in maniera asintomatica e viene poi trasmesso alla donna attraverso il contatto sessuale, anche se non possono essere escluse altre occasioni di contagio. Il Trichomonas altera il ph dell’ecosistema vaginale, creando un ambiente ottimale al suo sviluppo, e si insedia sulla mucosa vaginale, dove determina irritazione, dolore e prurito vulvo-vaginale molto intenso, leucorrea con perdite schiumose, maleodoranti, purulente e di colore che va dal giallognolo al verdastro.
  4. Vaginite atrofica La vaginite atrofica, detta anche climaterica, è determinata da alterazioni ormonali, ed in particolare dalla marcata riduzione dei livelli di estrogeni che si manifesta principalmente nel periodo post-menopausa; in questo caso, il disturbo intimo è causato da secchezza vaginale cronica e assottigliamento della mucosa, fattori che favoriscono la penetrazione di agenti esterni, rendendo la vagina più esposta al rischio di infezioni. La riduzione dei livelli estrogenici responsabile della vaginite atrofica si può verificare anche dopo il parto, durante il periodo dell’allattamento al seno e a seguito di chemioterapia, radioterapia o rimozione chirurgica delle ovaie.
    La vaginite atrofica può manifestarsi con bruciore, prurito, incontinenza urinaria, leucorrea e perdite di sangue dopo un rapporto.
  5. Vaginite non infettiva Non sempre la vaginite è scatenata da microrganismi patogeni; in alcuni casi, i tessuti vaginali possono essere irritati, e resi quindi più facilmente soggetti a infezioni, da stimoli chimici o fisici come lavaggi con detergenti intimi aggressivi, assorbenti interni, sostanze spermicida. Pare che anche gli indumenti molto aderenti, soprattutto se costituiti da materiale sintentico, possano favorire lo sviluppo di un’infezione. In caso di vaginite non infettiva, i sintomi sono di solito bruciore, prurito, arrossamento, edema vulvare, maggiore suscettibilità a qualsiasi agente esterno e secrezioni mucose biancastre prive di alcun odore.