“Alla fine, come tanti prima di me, mi stancherò di parlarne e farò definitivamente l’autistico tacendo. Sono nauseato dal pressappochismo degli improvvisati, dalla cialtroneria dei millantatori, dall’ottusità degli amministratori; assieme a molti miei colleghi genitori con la lanterna accesa cerchiamo il grande saggio che ci dia risposte sul come, sul dove, sul quando.
Tra noi genitori, i più inclini all’abbandonarsi allo sconforto decidono di studiare… E allora è finita veramente! Il genitore dotto è un genitore indottrinato, diventa il rappresentante di una categoria che fuggo all’istante, salvo rare ed eccellenti eccezioni. Così a volte, anzi spesso, mi chiedo perché io stia qui a dedicare tanta parte del mio tempo a questo tema, con la presunzione di portare alla luce una fetta grossa di umanità che tutto sommato moltissimi vorrebbero adombrata, non sofferente magari, ma lontana da chi deve correre veloce e non vuole zavorre.”
“Alla fine qualcosa ci inventeremo” (Mondadori 2014) –Gianluca Nicoletti
Oggi è la -vera- giornata mondiale della consapevolezza dell’Autismo e vogliamo ricordare a tutti che le persone autistiche e quelle che sono loro vicine, lungi dall’avere necessità che chi non ne ha titolo disquisisca su un disturbo di pertinenza medica, desiderano vivere la propria vita con la massima serenità e dare e ricevere il meglio che possono.
Essere autistici non comporta una genialità incompresa, non comporta che non la si possieda e non inficia l’originalità e il talento specifico di ogni essere umano.
Enstein non era autistico, dislessico, né andava malissimo a scuola. Questo non esclude che un individuo che presenta uno qualunque di questi aspetti possa vincere un Nobel, ma nemmeno lo implica.
L’autismo non è un’inclinazione, non è una qualità o un difetto e non è una caratteristica umana che abbiamo un po’ tutti in misura diversa. Purtroppo l’autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo la cui eziologia non è ancora completamente nota: abbiamo rispetto per questo e per chi ci convive quotidianamente.
I vaccini non causano l’autismo.
L’anomalia deve manifestarsi con ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree prima dei 3 anni di età: interazione sociale, linguaggio usato per l’interazione sociale o gioco simbolico o di immaginazione. Nella maggior parte dei casi, non vi sono periodi di sviluppo chiaramente normali, sebbene in circa il 20% dei casi i genitori riferiscono uno sviluppo relativamente normale per 1 o 2 anni. In questi casi i genitori possono riferire che il bambino aveva acquisito alcune parole per poi averle perse, o che sembrava essersi fermato dal punto di vista dello sviluppo.
Per definizione, se vi è un periodo di sviluppo normale, questo non si può estendere oltre i 3 anni di età. L’anomalia non deve essere meglio attribuibile al Disturbo di Rett o al Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia.
Le persone affette da autismo presentano problemi differenti, ma, in buona parte dei casi (quasi il 50%), si esprimono verbalmente in modo normale e a volte anche più forbito di chi non è autistico; spesso non sono semplicemente interessati o stimolati a farlo.
Le manifestazioni del disturbo variano ampiamente a seconda del livello di sviluppo e dell’età cronologica del soggetto, pertanto alcuni hanno più o meno competenze di altri.
Non sono individui pericolosi per l’incolumità altrui: non più di molti che circolano per le strade.
Non è una malattia rara e, non essendo una “malattia” non c’è una guarigione.
Le persone autistiche hanno difficoltà a farlo, ma comunicano. E’ necessario volerlo: ciò non è differente da quanto avviene per ogni altro essere umano, compresa la necessità di avere affetti, amicizie e la vicinanza del prossimo.
Non è necessario accostare l’autismo alla genialità o discettare di metodi miracolosi per apprezzare la specificità che un essere umano già possiede solo per il fatto che esiste.
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